SPIAGGE ARTIFICIALI / VARAZZE PUNTA SUL SURF
È tutto un altro mare
Come battere l'erosione della costa? Con un reef sommerso. Che crea onde oceaniche
di Barbara Roncarolo
Artificiali ma ecologiche. Sono le onde che faranno della cittadina ligure di Varazze uno dei posti più ricercati dai surfisti di tutta Europa. Già conosciuta e frequentata dagli appassionati di surf che, "quando c'è mare", arrivano anche dalla Francia e dalla Germania, la località sta lavorando alla costruzione di un reef artificiale. Il progetto è ambizioso: si parla di un vero e proprio stadio del surf, con tanto di illuminazione notturna, webcam live su Internet, rifacimento della passeggiata e degli stabilimenti balneari.
Un lavoro complesso che sta prendendo forma per ora sulla carta, fortemente spinto dal presidente della Provincia Alessandro Garassini e dal consorzio Oltremare degli stabilimenti varazzini, mossi dalla passione per il surf e per i turisti. Il progetto consiste nella creazione di una barriera sommersa in grado di dare forma ai moti ondosi, rendendo così le onde provocate dalle mareggiate regolari e "surfabili". Tecnicamente, si tratta di costruire sul fondo marino una sorta di orlo, un cordolo parallelo alla costa collocato a una trentina di metri dal bagnasciuga, a una profondità di cinque o sei metri. Obiettivo: controllare l'energia del mare e dare la forma giusta alle onde.
Al reef artificiale lavora un'équipe di esperti architetti, geologi e ingegneri idraulici, che spiegano come l'esperimento ligure di reef artificiale, il primo in Italia, potrebbe ispirare interventi simili in altre località marittime. Quella che a Varazze è un'idea da realizzare entro i prossimi tre anni, è già realtà in California a San Diego, Santa Monica e Malibu, dove i surfisti provenienti da tutto il mondo forse non sanno che il merito delle onde perfette non è solo dovuto alla potenza dell'oceano. «I modelli californiani», spiega l'architetto Andrea Meirana, che partecipa al progetto, «non possono però essere importati a Varazze, perché ogni fondale ha caratteristiche peculiari e richiede "salsicciotti" ad hoc».
Quali le ripercussioni sull'ambiente? La costruzione della barriera sottomarina è inserita in un progetto in difesa dell'arenile. L'azione progressiva delle mareggiate sta erodendo la costa, e un intervento per controllare l'energia delle acque, indipendentemente dallo stadio del surf, sarebbe comunque necessario: «Bisogna evitare che nell'arco di qualche decennio le spiagge vengano inghiottite dal mare», afferma il coordinatore del progetto Mauro Solinas. Un intervento di questa portata deve comunque essere ecocompatibile: i materiali saranno naturali e "morbidi". Non verranno cioè impiantati blocchi di cemento o strutture rigide che potrebbero collassare sotto la spinta di eventi straordinari. Così, negli anfratti del cordolo, si creerà un ambiente adatto alla riproduzione e si favorirà lo sviluppo della flora e della fauna marine.
Per essere certi che la struttura sia compatibile con l'ambiente, e che sia in grado di resistere a forti mareggiate, gli esperti hanno effettuato simulazioni al computer e presto passeranno alla sperimentazione in vasca. A occuparsene sarà il Danish Hydrolic Institute, un centro specializzato in studi, calcoli e simulazioni acquatiche, che allestirà un capannone dove si potrà procedere con tutti gli esperimenti su un modello di circa 60 metri, che riproduce fedelmente in scala uno a 30 il fondale e la costa di Varazze. Il plastico sarà sottoposto a tempeste eccezionali. Solo se la struttura passerà questa prova si potrà passare alla realizzazione vera e propria.
Il progetto richiede un investimento di circa 8 milioni di euro. A livello burocratico è già tutto pronto: Consorzio Oltremare, Capitaneria di Porto, Comune, Provincia e Regione (politicamente di colori diversi), hanno firmato il protocollo d'intesa per la creazione del sistema di protezione dell'arenile. Per passare alla fase operativa mancano solo i finanziamenti.
La Regione ha chiesto FONDI EURO-pei per gli interventi ambientali, ma non mancheranno i contributi privati: è in atto un programma per la raccolta di fondi che vede coinvolte aziende e stabilimenti balneari. Tra le società più interessate al progetto figura Quiksilver, marca leader nel settore del surf che ha tutto l'interesse a creare un parco di rilevanza europea ed è già in contatto con la Provincia. Anche gli stabilimenti balneari, riuniti nel Consorzio Oltremare, hanno collaborato attivamente al disegno: oltre allo stadio del surf, è prevista una vera e propria trasformazione delle strutture per i turisti: le cabine al riparo dalle mareggiate saranno collocate al di sotto della passeggiata che sarà più ampia e si affaccerà direttamente sul mare: gli stabilimenti saranno aperti tutto l'anno. Varazze dunque non diventerà solo il paradiso dei surfisti, sempre vento permettendo, ma anche una località elioterapica per il turista più
tradizionale.